Asfalto con ricarica a induzione wireless per auto elettriche. La mobilità del futuro è in Italia.
Si viaggia a passo spedito verso la diffusione di massa delle auto elettriche e si sperimentano le nuove tecnologie per rendere l'esperienza di guida e di utilizzo sempre più efficiente. In Italia arrivano i primi risultati di questo importante test avviato nel maggio del 2021.

Dove
Lo scenario è quello dell'Arena del Futuro un circuito sperimentale lungo l'Autostrada A35 Brebemi, in Italia. Per chi non lo conoscesse si tratta del collegamento autostradale direttissimo tra Brescia e Milano attivo dal 2014.

L' arena del Futuro è un ambizioso e importante progetto di collaborazione mondiale, a forte matrice Italiana, di innovazione collaborativa per la mobilità a zero emissioni delle persone e delle merci verso la carbon neutrality. L'accordo, siglato nel maggio 2021 tra grandi gruppi industriali e poli di ricerca scientifica tra cui annoveriamo ABB, Electreon, FIAMM Energy Technology, IVECO, IVECO Bus, Mapei, Pizzarotti, Politecnico di Milano, Prysmian, Stellantis, TIM, Università Roma Tre e Università di Parma, ha dato il via ai lavori, alla sperimentazione della ricarica elettrica ad induzione dinamica fino alla raccolta dei primi risultati proprio in questi giorni.
Il progetto

Il progetto prevede nello specifico:
• la realizzazione di un circuito di asfalto di 1.050 metri alimentato con una potenza elettrica di 1MW • lo sviluppo e l'applicazione della tecnologia “Dynamic Wireless Power Transfer” a diverse gamme di veicoli elettrici in ambiente statico e dinamico. I veicoli elettrici, dunque, possono ricaricarsi in modalità “wireless” viaggiando su corsie cablate con un tecnologico sistema di spire posizionate sotto il manto stradale. • la connettività mediante tecnologie 5G e IoT (Internet of Things) per garantire la massima sicurezza stradale e ottimizzare la produttività dei veicoli commerciali • l’ottimizzazione della pavimentazione stradale al fine di renderla più durevole e non alterare l’efficienza della carica induttiva.
I risultati
I primi veicoli, nuova 500 e Iveco E-Way, sono stati rielaborati per testare il sistema e hanno già accumulato svariati chilometri di marcia con risultati più che incoraggianti. L’obiettivo è dimostrare che questo sistema sia una delle principali tecnologie candidate a rispondere in modo immediato e concreto alle necessità di de-carbonizzazione e sostenibilità ambientale nel settore della mobilità. I primi ottimi risultati incoraggiano la cordata di Imprese ed Università a continuare la ricerca e la sperimentazione perché effettivamente questa tecnologia permette evidenti vantaggi in termini di tempi di ricarica e relativo dimensionamento delle batterie. Oltretutto può essere adattata a tutti i veicoli dotandoli di uno speciale “ricevitore” in grado di trasferire l’energia proveniente dall'infrastruttura stradale direttamente al motore elettrico con un costo di produzione e manutenzione contenuto.
Conclusioni
Non sappiamo se l'auto elettrica sia la soluzione definitiva alla mobilità sostenibile del futuro su cui grava l'obiettivo ambizioso di abbattere le emissioni e aumentare la sicurezza dei viaggiatori. Considerando l'attuale ciclo di produzione e smaltimento delle batterie, il fabbisogno di approvvigionamento elettrico e i tempi di ricarica necessari la strada da percorrere è ancora molto lunga ma i dati di mercato sono in crescita.
Sicuramente il progetto di cui abbiamo parlato e i suoi futuri sviluppi e ambiti applicativi risultano essere molto interessanti se pensiamo, ad esempio, al settore del trasporto pubblico locale, del trasporto commerciale su tratte definite e l'organizzazione di percorsi all'interno di infrastrutture come aeroporti, porti e parcheggi.
Video

Sapevate che già nel 1992 la Fiat presentò le versioni elettriche dei vendutissimi modelli 500 e Panda con tempi di ricarica domestica di circa 8 ore? Il mercato non rispose con entusiasmo e le vetture furono ritirate. Si trattava di una interessante soluzione per la mobilità urbana ma purtroppo i produttori e i consumatori finale non erano ancora sensibilizzati o "interessati" al tema della sostenibilità.
" Nella civiltà dell'auto non si muore: si sparisce dalla circolazione." - Mirco Stefanon